martedì 22 aprile 2008

I TEST 'SCAGIONANO' LA MOZZARELLA CAMPANA

ROMA - Tracce di diossina e molto allarmismo. Questi i fattori che hanno caratterizzato la vicenda della mozzarella di bufala campana, per la quale oggi si scrive la parole fine, almeno per la prima fase del piano di controlli previsti dal Ministero della Salute, con oltre 900 caseifici svincolati dai sequestri cautelativi, su un totale di circa mille allevamenti bufalini presenti nella regione.

"La mozzarella di bufala è stata penalizzata da una campagna stampa troppo precipitosa e allarmistica - ha detto all'Ansa il ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro - mi auguro ora che il comparto possa sollevarsi tempestivamente dalla crisi che ha attraversato e che la mozzarella di bufala torni ad essere simbolo del made in Italy". E' un "quadro rassicurante", quello emerso dalle analisi per il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop che riporta la vicenda nelle sue reali dimensioni, "quelle di un fenomeno circoscritto", anche alla luce dei risultati arrivati oggi sui 115 campioni analizzati, provenienti dai caseifici delle province di Salerno e Benevento, risultati tutti negativi alla diossina.

A conti fatti, nelle prime tre province campane analizzate, Napoli, Caserta e Avellino, su 265 campioni (ognuno corrispondente a 3-4 allevamenti), il 14% è risultato positivo alla diossina, con valori che rientrano nella cosiddetta 'misura di incertezza', ovvero di poco superiori al valore-soglia di 2 picogrammi. Nessuna positività, invece per le restanti due province campane. Nell'intera regione, sono un centinaio gli allevamenti posti ancora sotto sequestro e tutti situati nell'area della provincia di Caserta. Per questi allevamenti è già partito un piano di ulteriori analisi che ha il compito di risalire, (sul 14% di campioni positivi), ai singoli allevamenti e, una volta individuati, sottoporli a controlli, sia sul latte che sul foraggio per l'alimentazione animale.

"I risultati ottenuti da questo piano controlli - ha spiegato il Commissario dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno, Antonio Limone - sono in linea con quello che già da qualche anno sapevamo, ovvero che nella zona di competenza della Asl Caserta 2 ci fosse presenza di diossina". Le positività alla diossina, secondo Limone, erano emerse già nel 2001, (a seguito di analisi di routine previste da un piano ministeriale di analisi dei residui), su alcuni campioni di latte ovino, nei comuni di Macerata Campania e Marcianise "da quel momento è partita la campagna stampa sulla diossina, adesso è necessario individuarne la fonte - ha aggiunto Limone - ed eliminarla".

Chiusa la prima fase, ora c'é da attendere i risultati delle analisi sui casi positivi, a cui seguirà l'invio di un nucleo operativo composto da veterinari, esperti e biologi con il compito di analizzare ogni stabilimento di produzione alimentare nel raggio di 3 chilometri dall'allevamento bufalino per verificare l'estensione della contaminazione e individuarne la causa. "I controlli resteranno vigili - ha affermato Limone - e la nostra attenzione si focalizzerà sull'area di Caserta". Ancora non si avanzano ipotesi sulla causa della presenza del contaminante, "i motivi possono essere molteplici - ha concluso il commissario - solo un'analisi epidemiologica ci potrà chiarire il fattore di contaminazione".

fonte: ansa.it

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