giovedì 17 aprile 2008

Mozzarella, il Giappone dice sì all'import

Per il ministro alle Politiche agricole, forestali e alimentari, Paolo De Castro, la ripresa delle importazioni da parte del Giappone della mozzarella di bufala campana è un'ulteriore "testimonianza dell'efficacia del sistema di controllo costruito con l'Unione europea in quanto - ha ricordato - soltanto pochi giorni fa c'è stato un incontro ulteriore tra i servizi della Commissione europea e i nostri uffici del ministero italiano della Sanità". Insomma, assicura De Castro, "si sta andando avanti in assoluta sintonia con l'Unione europea". Il fatto che la situazione si sia normalizzata con il Giappone è importante, ha aggiunto il ministro, "perchè purtroppo in questi casi si può creare confusione. Dobbiamo evitare che questo tipo di situazione si allarghi".
In realtà, in Corea del Sud e in Giappone non c'è stato alcun bando per la mozzarella di bufala "made in Italy", ma soltanto la richiesta di chiarimenti. Chiarimenti che sono arrivati, come dimostra il via libera all'import. I prodotti fermi alla dogana sia in Corea del Sud che in Giappone, in particolare a Tokyo e a Osaka, non sono stati comunque oggetto di analisi che hanno rivelato la presenza di diossina.
L'allarme, come noto, è scattato dai casi di positività alla diossina riscontrati in alcuni campioni di latte e mozzarella di bufala prelevati in alcune aree della Campania. I valori di diossina riscontrati nel formaggio sono comunque molto bassi, ha subito assicurato Andrea Cozzolino, assessore alle Attività produttive della Regione Campania: infatti, "il tetto massimo della diossina è di 3 picogrammi per grammo di latte e sono stati trovati valori di 3,2-3,3 picogrammi", dunque di poco superiori al limite previsto dalle normative europee. Indici riscontrati nelle mozzarelle e nel latte presso 25 caseifici su centotrenta controllati. Tutte le ottantatre aziende agricole fornitrici dei 25 caseifici sono state rintracciate e sottoposte a sequestro cautelare per impedire qualsiasi rischio in attesa di conoscere gli esiti delle analisi che evidenzieranno la effettiva provenienza del latte risultato positivo all'esame della diossina. Invece prima l'autorità agricola e veterinaria di Singapore ha bloccato la vendita di mozzarella di bufala italiana e poi l'amministrazione generale della quarantena del Governo cinese che ha vietato le importazioni di mozzarella italiana e stabilito che tutti gli altri tipi di formaggio italiano devono essere sottoposti a test di laboratorio, prima di che sia consentito il loro ingresso in Cina. La diplomazia italiana è già all'opera e l'Ambasciatore d'Italia in Cina, Riccardo Sessa, su istruzioni ricevute da Roma, ha sollecitato le autorità cinesi a rimuovere il divieto di importazione. Quanto al peso delle esportazioni italiane in Cina, Sessa ha comunque assicurato che si tratta di quantità "simboliche" e che l'Italia fornirà le necessarie garanzie sulla qualità dei prodotti italiani e in particolare della mozzarella di bufala campana, che essendo un prodotto Dop (Denominazione di origine protetta) risponde a specifiche regole di produzione approvate dall'Unione europea.
Dai 48 milioni di euro derivanti dalle vendite all'estero, pari al 16 per cento del fatturato del settore (che ammonta a 300 milioni di euro) non è semplice estrapolare la cifra in valore della mozzarella venduta in Cina anche perchè, come ha spiegato in una nota il Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop (che con l'ufficio agricoltura dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma ha in corso da tempo una trattativa), "sia la mozzarella di bufala che tutti i formaggi freschi a pasta filata non riescono a superare la frontiera cinese a causa della quarantena di tre settimane imposta della autorità doganali". Queste restrizioni rendono, di fatto, difficili le esportazioni di prodotti freschi verso la Cina. La quarantena è imposta perchè si teme di importare un batterio, l'enterobacter sakazakii che, stando ai dati forniti dal Consorzio, non è presente nelle flore batteriche delle aree mediterranee. Intanto i controlli in corso sono definiti "necessari" per il responsabile del Centro di riferimento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Walter Pasini. "I controlli sulla totalità dei caseifici vanno benissimo - osserva Pasini - perchè il campione non è mai rappresentativo dell'universo e può riguardare una zona che non rispecchia la totalità della realtà produttiva". Ma dopo i controlli, secondo Pasini, bisogna capire da dove arriva la diossina che "non deve esserci nel latte nè negli altri alimenti". Alla luce di questi provvedimenti, secondo la Coldiretti, "ci sono tutte le condizioni per una seria iniziativa diplomatica che possa contrastare le decisioni assunte, sulla base delle importanti attività di controllo e certificazione effettuate, per limitare il danno provocato dal susseguirsi di dichiarazioni contradditorie che hanno creato confusione e incertezza tra i consumatori a livello nazionale d internazionale". Il sottosegretario alla Salute, Gian Paolo Patta, "la mozzarella è un prodotto sano e controllato".

fonte: ildenaro.it

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