martedì 25 marzo 2008

Diossina nel latte, è allarme

I carbinieri del Noe hanno denunciato 109 titolari di allevamenti. Le accuse sono gravi: avvelenamento di sostanze finalizzate alla produzione, commercio di prodotti adulterati e frode in attività commerciale. Sarà l'esito delle analisi a stabilire se davvero tali reati sono stati commessi.
Sequestrate ingenti quantità di mozzarelle e trovate pure fialette di anabolizzanti e di ormoni della crescita. Su settanta analisi a campione eseguite negli ultimi dieci giorni nelle due Asl della provincia di Caserta, trenta sarebbero risultate fuori norma. I provvedimenti si sono resi necessari dopo le verifiche dei carabinieri del Noe, su disposizione della Dda, che erano partite da un quadro pieno di contraddizioni fatto di dati dell'Asl che segnalavano la presenza di diossina nel latte, di sequestri di allevamenti disposti e mai eseguiti e di un ruolo della criminalità organizzata. Dati che non combaciavano con quanto autocertificato dalle aziende, secondo le quali non c'era alcuna diossina, e anche con quanto era venuto fuori da uno screening effettuato da ottobre 2007 e febbraio 2008 secondo il quale i casi di positività alla diossina accertati erano risultati appena 16 su 117 campioni esaminati. Ecco perchè la magistratura e il Noe hanno deciso i blitz e i sequestri: per effettuare controlli e contro-analisi che potranno fare chiarezza sulla vicenda. C'è poi un altro aspetto al vaglio della magistratura: ordinanze di chiusura di allevamenti per il rischio diossina mai eseguiti.
Preoccupazione per l'intera vicenda è stata espressa da Coldiretti: «Occorre fare al più presto chiarezza per tutelare l'immagine di uno dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy come la mozzarella di bufala. In questa regione ne vengono prodotte circa 33 mila tonnellate, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro e 20 mila occupati». I sequestri sono scaturiti da un'inchiesta sulle attività dei clan della camorra attivi nel Casertano legate allo smaltimento dei rifiuti tossici, attività svolta per anni dalle organizzazioni criminali della provincia di Caserta, capeggiate dal clan dei Casalesi. Gli esperti ritengono che i rifiuti tossici, così come gli incendi di rifiuti, siano all'origine dell'inquinamento da diossina. La sostanza entrerebbe nella catena alimentare attraverso il foraggio delle bufale che producono il latte utilizzato per la produzione della mozzarella. La diossina può essere cancerogena e avere effetti anche a livello ormonale ma solo oltre una certa soglia di sodaggio.

fonte: iltempo.it

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