mercoledì 26 marzo 2008

Il latte di bufala fa sognare i cinesi

CASERTA - La Cina scommette un po´ del suo futuro in Italia. In Campania. A Caserta. Spera che il latte di bufala possa migliorare la razza. «I cinesi vorrebbero diventare più alti. Cambiano le regole della nutrizione. Tendono ad avvicinarsi agli europei, basta vedere i manifesti delle modelle cinesi, alte e occidentali nei tratti», spiegano a poche ore dall´inizio del congresso sulle specie bufaline, prima sessione oggi alle 8.30. «La Cina è molto attenta, oltre che al centro dei mercati», conferma Luigi Zicarelli, preside di Veterinaria alla Federico II, uno dei massimi esperti di genetica bovina. È la Cina il paese più interessato tra i 43 presenti alla Reggia, centinaia gli studiosi di genetica e di medicina veterinaria per l´ottavo congresso "´International Buffal Association", convocato ogni tre anni. Protagonista la "River", una delle cinque specie bufaline, l´unica da latte. Le altre sono da lavoro, come la "Swamp" in Cina e India, ma anche da caccia. Il Cafro Nano e il Cafro rosso sono braccati nelle selve africane. Il Tamarav è in via d´estizione, solo 300 capi nelle Filippine, sede dell´ultimo congresso.

Mai i 173 milioni di esemplari avevano attirato tanti studiosi. Non è una coincidenza la sede. Interessa proprio la bufala mediterranea, presente in Italia con 355 mila capi, il 72 per cento in provincia di Caserta e Salerno, 28 fra Latina, Foggia, Brescia. La bufala si è moltiplicata, nel dopoguerra non superava i 15 mila capi, aumenta del 30 per cento, diminuisce la mucca. «Come mai? Semplice, con le bufale l´allevatore moderno e intelligente realizza grandi guadagni», spiega Zicarelli. Il modello per tutti il Vannulo a Capaccio, ha persino il robot per le mandrie. C´è ancora molto da fare, però. E lo ammette Zicarelli: «Sono trenta i professionisti ingaggiati da allevamenti e caseifici. I vino è diventato tra i migliori del mondo con gli enologi. Così con il latte. Vi sarebbe spazio per almeno 210 tra veterinari». Sono ventimila intanto gli addetti in Campania: caseifici, allevamenti, mangimifici, distribuzione.


Migliaia gli immigrati (indiani e pakistani) nel governare le bufale. Non tutti regolari. Atroce l´uccisione dei piccoli bufali. Legnate. Per fortuna qualcuno li alleva: «La carne di bufalo ha 60 milligrammi di colesterolo contro i 70 dello struzzo, considerata la migliore». Nasce quindi il consorzio Igp, indicazione geografica protetta. «Rispetto alle carni rosse ha maggiore percentuale di omega 3 e 6».
Ma perché la Cina è così interessata? Il progetto passa sotto silenzio, non tutti dicono tutto. Si tenta una inseminazione per un incrocio tra due specie. Con semi di sperma ed embrioni congelati e spediti. In Cina come in India, i bufali "Swamp" aiutano i contadini nelle distese di riso. Ma c´è meno interesse: in Oriente si sta meccanizzando la campagna. Le femmine del "River", la razza mediterranea presente in Campania, produce invece latte di straordinaria qualità. L´animale che deriva da "Swamp" e "River" consentirà ai cinesi di cambiare l´alimentazione. Amano il cappuccino. Ma al caffè aggiungono latte in polvere importato dalla Nuova Zelanda.

«I cinesi ritengono che bere il latte consente uno sviluppo più armonioso. Hanno osservato anche i rapporti tra l´alimentazione di olandesi e inglesi che bevono molto latte e la loro statura», spiega Zicarelli, che tra i direttori di cattedra in facoltà conta anche Elio Gravino, di Capua, grande esperienza in medicina interna. È stato molto vicino a Zicarelli nel preparare il congresso casertano con gli altri docenti di Veterinaia. È un successo per la Federico II.
«La bufala è l´animale del futuro, si diffonde sempre di più nelle nazioni europee più attrezzate. Se è vero che il clima diventa più caldo, soffrirà sempre di più la mucca, sempre di meno la bufala che nel caldo si ritrova perfettamente, essendo un animale dei Tropici». Zicarelli ha studiato gli effetti di questa adattabilità. «D´estate diventano gravide 50 mucche e 10 mucche su 100».

La mozzarella è una risorsa dell´economia campana. Ogni mattina c´è l´aereo-cargo che la porta a quintali da Fiumicino in America e in Giappone. La brucellosi non fa correre rischi: il batterio è termolabile a 65 gradi, per la mozzarella la temperatura supera i 90, consente così alla molecola di caseina di essere elastica. Ma bufala e mozzarelle vanno protette. Manca un piano regionale, previsto dall´ultima finanziaria, ribadito dalle sentenze del Tar che hanno sospeso la strage dei capi infetti. «Ma mancano anche i centri genetici e i centri-tori. Il più a Sud è a Perugia». Con una conseguenza da nascondere ai 43 paesi che vengono ad esaltare i pregi della bufala e a clonarla. Perugia sostiene lo sviluppo bovino toscano, la razza chianina è già a quota 200 mila capi. La Cina è vicina, ma in Italia chi tutela la Campania?

fonte: napoli.repubblica.it

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