giovedì 3 aprile 2008

Latte, «bufale» dalla Regione

E poi ancora "Cisternino", per 50 anni simbolo della più importante azienda di trasformazione di prodotti lattiero caseari della Regione con sede a Cisterna, che con molta probabilità sarà acquistato in moneta fallimentare». La Provincia di Latina chiede un maggiore intervento dell'amministrazione regionale, da espletare anche attraverso un vasto monitoraggio sulle cooperative. «Dal momento che si erge a "controllore" della qualità dei prodotti, perché la Regione Lazio non effettua verifiche sul ruolo delle cooperative in provincia di Latina? -si mette in risalto a via Costa- la Pettinicchio non è una all'interno della lega delle cooperative, dietro la Cisternino non c'è la Confcooperative? Un controllo in più non sarebbe male».
Al centro delle attenzioni, c'è quindi la situazione difficile dei dipendenti delle aziende in crisi. «I lavoratori vengono scaricati sulla collettività -mette in rilievo la Provincia- cosa fa la Regione Lazio che era scesa palesemente in campo per fare in modo che tutto questo non accadesse?». L'assessore all'Agricoltura, Daniela Valentini, nel recente passato aveva dato la sua disponibilità a trovare le soluzioni necessarie. «Abbiamo espresso con forza la nostra volontà di mantenere concretamente sul territorio il marchio Pettinicchio -aveva dichiarato nel febbraio scorso l'Assessore regionale all'Agricoltura, Daniela Valentini- così come di salvaguardare i livelli occupazionali. A distanza di quasi due mesi l'assessore scende nuovamente in campo a difesa delle eccellenti mozzarelle di bufala lontane dal rischio diossina. L'operazione pone però diversi interrogativi. «Il rilancio è affidato all'immagine del Colosseo raffigurato nel logo, simbolo di Roma -viene rilevato da autorevoli fonti dell'amministrazione Cusani- per arrivare alla denominazione di un dop, e quindi per vedere il marchio salva qualità, ci vorranno almeno due anni. Ci si chiede nel frattempo quale sarà il destino dei caseifici pontini». In Provincia di Latina erano stati individuati due settori trainanti dell'economia: il chimico farmaceutico e l'agro alimentare. Il latte fino a tre anni fa faceva leva su circa 2.000 dipendenti nel solo settore della trasformazione. Dopo le ultime vicende questo numero è destinato ad essere notevolmente ridimensionato. E sarebbe un brutto colpo per l'economia pontina.

fonte: iltempo.it

Nessun commento: